GUSTAVO CENNI (1896-1976) – Fotografo/cronista 1944
Gustavo Cenni è stato un cronista straordinario della guerra a Pisa, l’unico che si è calato anche nei panni del reporter fotografico, catturando momenti cruciali di quei giorni d’emergenza, come il saccheggio del Monte di Pietà, o la scala utilizzata nel Camposanto Monumentale per provare a spegnere l’incendio del tetto, o la cronistoria fotografica del 2 settembre. Ha tenuto un diario, di cui ha poi redatto lui stesso alcune copie manoscritte parziali.
Sfollato nella Cattedrale e negli edifici dell’Opera del Duomo ha annotato con scrupolo tutti i bombardamenti subiti dalla città, concentrandosi principalmente sulla Piazza dei Miracoli. Un suo disegno mostra tutti i colpi dell’artiglieria alleata sui monumenti principali, con annotazioni su punti e date.
Sul volume “Diari del Coprifuoco” (2015) è pubblicato un estratto relativo alla cronaca dell’incendio del Camposanto, messo gentilmente a disposizione, in versione autografa, da Giampiero Lucchesi (che lo ha a suo tempo comprato dall’autore).
Sono poi pubblicate nel volume molte delle fotografie che Cenni ha scattato durante i giorni dell’assedio di Pisa. Le foto, stampate in piccolo formato, sono contenute in due album conservati nella Biblioteca Comunale SMS Biblio di Pisa (che ringraziamo). Abbiamo voluto riprodurre anche alcune didascalie originali degli album fotografici, dattiloscritte e incollate dallo stesso Cenni a corredo delle fotografie.
Nel 2020 continuano le ricerche del diario integrale di Gustavo Cenni.
Nato a Firenze, si specializzò in scultura presso i corsi serali della Scuola d’Arte di Santa Croce e nei laboratori fiorentini. Dopo la prima guerra si trasferì a Pisa, dove trovò impiego alla Saint Gobain. La scultura rimase la sua passione: iniziò a lavorare il marmo e l’alabastro, realizzò bassorilievi funebri per committenze private e si dedicò a busti e medaglioni-ritratto. Suo il progetto per un grande monumento dedicato ad Antonio Pacinotti: bocciata l’idea iniziale, gli fu commissionato un busto poi collocato in Sapienza. Fu anche fotografo: durante la guerra fece i suoi scatti più importanti. Nel secondo dopoguerra fece parte della Soprintendenza alle Belle Arti di Pisa, occupandosi pure di lavori di restauro, tra cui il bassorilievo della statua di Garibaldi danneggiato dalle esplosioni. Si dedicò in modo speciale alla realizzazione di medaglie. Sue opere sono in collezioni pubbliche e private.