TINA TOMASI (1912-1990) – Diario
Nel 1944 Tina Tomasi viveva – con il marito Enrico Tomasi, medico farmacista dell’ospedale Santa Chiara, e la figlia Lucia di 5 anni – a Porta a Lucca, in un villino sul viale Giovanni Pisano. Il 19 luglio 1944 la casa è occupata dai tedeschi, che la adibiscono a ospedale militare. Nella villa di fronte si istalla il comando tedesco. La famiglia è costretta a sfollare: per gran parte dei mesi di guerra in locali adiacenti alla farmacia dell’ospedale – in cui Enrico si affannerà a prestare aiuto e soccorso a feriti e bisognosi fino alla Liberazione – e per un periodo anche nella casa di Anna Manetti, adiacente a Piazza dei Miracoli, in via Torelli (poi Via Cardinale Maffi). Gli scritti del periodo di guerra di Tina Tomasi sono stati pubblicati sullo speciale “Pisa e la Guerra” del 2 settembre 1945 (a cura dell’Unione Goliardica Pisana), con il titolo “Dal Diario di una mamma”. Nel volume “Diari del Corpifuoco” (ed. Acquario della Memoria, 2014) abbiamo integrato quel materiale con appunti contenuti in un altro diario privato di Tina Tomasi, gentilmente messi a disposizione dalla figlia Lucia Tomasi Tongiorgi.
Chi era Tina Tomasi.
Nata a Parma, ha insegnato Filosofia e Pedagogia presso l’Istituto Magistrale di Pisa, per divenire poi professore ordinario di Storia della Pedagogia presso l’Università di Firenze, dove ha formato generazioni di insegnati e giovani ricercatori. Nel 1955 iniziò una lunga e importante collaborazione con la rivista “Scuola e Città”, diretta da Ernesto Codignola. Autrice di numerose opere pedagogiche, tra cui Idealismo e fascismo nella scuola italiana (1968), L’idea laica dell’Italia contemporanea (1971), Massoneria e scuola (1980), in Italia il suo nome resta legato alla pedagogia laica del dopoguerra, che ha contribuito a elaborare e diffondere (La scuola italiana dal- la dittatura alla repubblica, 1976). È stata ideatrice e tra i primi fondatori di un Centro che raccogliesse gli studiosi di storia dell’educazione (CIRSE: Centro italiano per la ricerca storico-educativa) di cui è stata a lungo presidente onoraria. Colpita da cecità dal 1985, ha continuato a studiare e a scrivere libri, tra cui l’autobiografia “La scuola che ho vissuto. Appunti di vita scolastica fino al 1945” (1987).